Posts Tagged: Fotografia

OFFLINE_un mondo liminale (tra digitale e analogico)

Progetto_Andrea Martinucci
Curatela_Petra Cason
Collaborazione ai testi “Chat”_Alessia Rotondo
anno_2014/2015

OFFLINE mutua dal linguaggio digitale, ma il termine, che nella sua accezione tecnologica denota la mancanza di connessione a una rete, vira fino ad indicare un comportamento sociologicamente riconoscibile, attuale, tipico della contemporaneità: la disconnessione dell’individuo dal contesto che lo circonda, un’astrazione assimilabile alla dimensione onirica.

OFFLINE è un progetto artistico che apre una speculazione intorno al rapporto tra tecnologia e dinamiche interpersonali, quale pretesto per raccontare una storia.
Dopo aver osservato per lungo tempo gli abituali frequentatori delle metropolitane di Roma e Milano, l’artista Andrea Martinucci ha portato all’interno della propria ricerca i volti e le espressioni dei viaggiatori immersi a chattare con il proprio smartphone.
Il cellulare come nuovo connettore, mezzo (o fine) di “nuove” forme di linguaggio: che distoglie l’attenzione dal contesto esterno, da un lato, ma al contempo provoca un’immersione pressoché totale nell’attività comunicativa. Martinucci congela in uno scatto l’espressione estraniata, apparentemente sopita, di uomini e donne intenti in un rapido scambio di battute digitali, e la traspone sulla tela, attraverso il gesto lento e meditato della pittura.
Le pieghe della pelle che si increspano ai bordi degli occhi, il gesto incontrollato di mordersi il labbro, l’inarcare le sopracciglia improvvisamente: tutti elementi quasi impercettibili, che creano il punto di partenza per la fascinazione di un racconto, e che vengono amplificati dalla dimensione esponenziale del ritratto.

Martinucci, partendo dall’espressione cardine del ritratto riscrive una partitura, ipotizza una storia, il dialogo silenzioso che avviene tra il soggetto e lo sconosciuto interlocutore riproponendo un dialogo che va a sommarsi, attraverso una videoproiezione, all’immagine dipinta, creando un ulteriore input percettivo dell’opera: una chat prende vita di fronte agli occhi dello spettatore, consentendogli di entrare nel circuito privato, intimo, del rapporto dialogico e sentirsene in qualche modo parte.
I dialoghi, ispirati al reale, sono ideati dall’artista e scritti con la collaborazione della sceneggiatrice Alessia Rotondo. Partendo dal “particolare”, dall’elemento che caratterizza un determinato soggetto di un dipintosi allarga la visione ad un “generale” che non chiude le storie, rendendole sentite, naturalmente empatiche.
(Petra Cason, 2015)

Dettagli, studi, render del progetto OFFLINE

Dettagli opera #5_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Dettagli opera #5_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render2_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render 1_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render 2_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render 2_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render 3_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

Render 3_OFFLINE_ANDREA MARTINUCCI ©

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MIND THE G.A.P. La voragine del gioco d’azzardo in mostra a Torino

Dal prossimo 1 luglio al 17 luglio l’esposizione fotografica MIND THE G.A.P. riprende il suo tour per le città italiane facendo tappa nella capitale piemontese, ospitata negli Antichi Chiostri di Via Garibaldi 25 a Torino.

MIND THE G.A.P. – IL GIOCATORE è il nome della mostra fotografica che nel novembre 2012 venne esposta per la prima volta a Vicenza mostrando alcuni scatti che componevano il complesso reportage fotografico realizzato dal fotografo Marco Dal Maso sul tema del gioco d’azzardo e la cura della dipendenza dal gioco: le due facce di una stessa medaglia.
Quella che inizialmente si può intendere come una debolezza diventa una vera e propria patologia. Il gioco d’azzardo patologico, o gambling patologico, è una malattia del cervello, classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, connotata come una dipendenza patologica “senza sostanza”. Il giocatore protagonista di questi scatti è l’essere umano: lasciandosi travolgere dal fascino del gioco, resta invischiato nelle sue spire, crolla nella dipendenza e tenta un percorso di recupero per tornare, nei casi più fortunati, ad essere una persona libera.

La mostra si divide in due sezioni: una identificativa delle fasi del gioco d’azzardo, dalle fortunate vincite ai costanti fallimenti, che alternano casinò di lusso a centri scommesse in strade di passaggio, a sale colme di slot machines in grigie periferie; la seconda invece porta l’attenzione al percorso di risalita dalla dipendenza: protagonista di questi scatti è il centro Bad Bachgard, nella provincia di Bolzano, assieme ai suoi ospiti. In questa struttura specializzata nel recupero da dipendenze da gioco, il malato compie un percorso di disintossicazione attraverso diverse modalità di cura, che vanno dall’arte terapia alla terapia di gruppo. Un percorso complesso, per sconfiggere la grande solitudine del quale l’individuo è diventato preda, per uscire dall’enorme G.A.P. dal quale sembra impossibile una risalita.

In occasione della tappa torinese MIND THE G.A.P. abbandona il bianco e nero delle precedenti esposizioni lasciando spazio, negli scatti che compongono la mostra, al ritrovato colore originario.

MIND THE G.A.P – IL GIOCATORE
1-17 LUGLIO
Dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18
Antichi chiostri – Via Garibaldi 25 TORINO
info@olivarescut.it

L’esposizione MIND THE G.A.P. è realizzata nell’ambito del Piano locale giovani Città Metropolitana di Torino,
con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  della Regione Piemonte, della Città di Torino e di Torino Giovani.

 

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GLI INTERNAUTI – videoinstallazione dal mondo degli OPG

FRAGILE @ HALL ART PROJECT

FRAGILE – PERSONALE DI FOTOGRAFIA DI LEONARDO ONETTI MUDA
17 aprile – 31 maggio 2015
Inaugurazione venerdì 17 Aprile h. 18.30

Nelle prestigiose sale dell’Hotel Palladio a Vicenza, e nell’ambito del progetto curatoriale HALL ART PROJECT, venerdì 17 aprile inaugura “FRAGILE”, la personale del fotografo Leonardo Onetti Muda. La Natura come soggetto privilegiato, negli scatti che compongono le due serie presenti in mostra, in grado di trasmettere, pur “in cattività”, il connubio tra la potenza che le è propria, la riluttanza a soccombere, e la caducità di una bellezza estremamente fragile. La luce, studiata, calibrata, mai casuale, consente ai dettagli di emergere con estrema precisione. In Urbana Natura vige la lotta silenziosa tra la cementificazione massiva cittadina (Milano è lo scenario di questi scontri impari) e un universo vegetale in continua espansione. La compenetrazione di elementi in contrasto assume, all’interno di questi scenari inediti, un equilibrio compositivo che lo avvicina al linguaggio tipico dell’astratto. Onetti Muda mette in campo la poetica del paradosso, permettendo ai brani desertificati invasi dalle erbacce di giungere a picchi di lirismo inattesi.

L_ONETTI_MUDA_serie URBANA NATURA_03
Le corolle marcescenti, gambi piegati da peso delle loro stesse infiorescenze, fioriture che portano allo stremo la loro capacità di aprirsi, in Indoloappaiono come una riflessione sulla bellezza dell’effimero, un inno alla caducità come estrema portatrice di bellezza. Questi fiori non recisi si mostrano in una nuova lassezza, in un rilascio di tensione: la permissione di godere, finalmente, dell’esito del fulgore appena consumato.

L.ONETTI MUDA_serie INDOLO_01

Leonardo Onetti Muda (1966) fotografo professionista dal 1994, da diversi anni vive e lavora tra Vicenza e Milano. Ha realizzato numerosi progetti editoriali per testate del gruppo RCS e Mondadori, collabora con agenzie pubblicitarie come art director e lavora come autore a numerosi progetti artistici quali “Trenta, ritratti di opere e artisti vicentini”, “In corso”, “I like you_Io come te”.

HALL ART PROJECT è il progetto espositivo di arte contemporanea ideato dall’art curator Petra Cason per presentare, all’interno delle sale al piano terra del prestigioso Hotel Palladio (nel centro storico di Vicenza), opere di artisti italiani e internazionali attraverso un programma curatoriale dedicato. Con una modalità che unisce l’esperienza di una piccola galleria d’arte all’innovazione di una vetrina virtuale, le esposizioni di HALL ART PROJECT, rinnovate con cadenza mensile, saranno sempre a disposizione del pubblico e dell’attenta clientela dell’albergo mediante una piattaforma on line, per poterne fruire – anche dopo il soggiorno presso l’Hotel Palladio – come curioso pubblico o come appassionati collezionisti.

HALL ART PROJECT
Hotel Palladio Contrà Oratorio dei Servi, 25 
36100 Vicenza – Italy

Info    www.olivarescut.it/hall  |   petra@olivarescut.it

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RITRATTO DI SIGNORA

Testo al progetto fotografico di Andrea Garzotto “Ritratto di Signora”

 RITRATTO DI SIGNORA La perfezione della bellezza si compie nella misura. In “Ritratto di Signora” lo sguardo di un uomo filtra l’intimità delle donne ritratte e le consegna al nostro sguardo in una visione d’insieme, quasi senza soluzione di continuità. Ritmando la circolarità esistenziale, mischiando le carte di istanti di vita e invertendone l’ordine, Andrea Garzotto fa sì che l’equilibrio non si compia tanto nella struttura compositiva delle immagini che lo compongono, quanto nella costante tensione emotiva. Ogni ritratto va oltre il il ritratto, ogni donna non è solo l’immagine di sé, ma travalica il significato di ritratto diventando espressione di una stagione, a scandire le età. Maturità, infanzia, vecchiaia, giovinezza. Non si susseguono più con un’ostinazione cronologica, ma rompono la linearità a favore di una lettura più ampia, rispecchiando le complessità del femminile. Attraverso il ritornare, il perpetrarsi di gesti, riti, movenze, segni, che smettono di appartenere ad un singolo momento, ad un singolo individuo, per diventare parte integrante del Tutto. Dodici ritratti a formare un quadro completo. I toni di questi “racconti a un’immagine” sono quelli delicati e introspettivi; un approccio intimo e paziente avvicina l’autore alle donne ritratte, sì da entrare silenziosamente in un universo privato, che si lascia scoprire svelando per ognuna una personale inclinazione. Ogni Donna prende possesso dello spazio in cui è ritratta, che gli è specchio. Instaura a proprio modo il rapporto con l’obiettivo fotografico, talvolta lasciando intuire un’insicurezza, una timidezza che la portano a schermarsi il volto con le mani; talvolta esprimendo una forza e una tenacia che traspare fin dallo sguardo. La veridicitá del ritratto, la posa non artefatta… La scelta curatoriale di presentare gli scatti in grandi dimensioni mira all’intento di rappresentare queste “donne del quotidiano” quali “nuove icone della naturalità”, o anti-icone di un femminile contemporaneo stereotipato.

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