Operazione Goldineye. Dai e dai…?!

Adriana Polveroni nel 2009, nel suo “Lo sboom. Il decennio dell’arte pazza tra bolla finanziaria e flop concettuale” scriveva: “Marco Goldin, una garanzia in quanto mostre blockbuster che fanno il pieno di pubblico. Ma chissà, forse anche una noia! Di nuovo gli impressionisti e i moderni e tutte quelle belle figurine di quadri visti già tante volte. Per carità, il giudizio del pubblico va rispettato, ma forse va anche incuriosito, con qualcosa di nuovo. Dai e dai…chissà.”
Cosa è cambiato da allora? Niente. Una strategia commerciale rimane tale anche a distanza di anni. Più Linea d’Ombra guadagna e più impoverisce la proposta culturale. Un lavoro meramente autoreferenziare, da parte di Marco Goldin, a cominciare dal catalogo, 600 pagine di racconto della propria vita, dei propri interessi, delle proprie passioni, infarcito di un po’ di arte. Un’autobiografia non autorizzata!
Mi stavo chiedendo se e quando scriverne, ancora, anche quest’anno sull’Operazione Goldineye, alla sua terza (e se dio vuole – o l’amministrazione comunale di Vicenza vuole – ultima) comparsata all’interno della splendida Basilica Palladiana.Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. Ma preferisco desistere, stavolta. Sarei solo l’ultima di una lunga lista di delatori. (Pure un nutrito gruppo di docenti di un liceo vicentino ha spiegato le motivazioni per le quali non porteranno i loro studenti ad una mostra dal così basso profilo scientifico).
Preferisco scrivere di altro. Di mostre dal senso compiuto, con una curatela strutturata e un progetto critico alle spalle.
Questa guardatevela da soli. E se andrete (lo so che ci andrete, perchè ci sono opere che fanno davvero gola anche a me. Il loro valore è indubbio) provate per una volta ad essere critici, pure voi stessi, nei confronti di ciò che vedrete, e chiedetevi, una volta in fondo, cosa vi ha dato, e cosa vi rimarrà, di una simile esperienza.
Ultima cosa, per favore: almeno non andateci in gruppo. Le visite guidate di 50 minuti sono un’assurdità. Cosa credete di vedere in un tempo così breve, delle cento e passa opere esposte?!

La photogallery qui sotto è di Marco Dal Maso, con me all’inaugurazione per la stampa, che ringrazio molto.

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